La psicoanalisi non è propriamente una tecnica di cui io abbia una frequentazione specialistica – non ho certificazioni né titoli particolari al riguardo. Tuttavia la conosco bene, tanto in teoria quanto in pratica. Mi sono laureato (in filosofia) con una tesi su uno psicoanalista (Jacques Lacan) è ho fatto una psicoanalisi personale (lacaniana) che avrebbe potuto portarmi alla scelta di fare lo psicoanalista di professione.

Di conseguenza le categorie e le concettualità psicoanalitiche, così come le sue pratiche mi sono parecchio famigliari e di regola le utilizzo in sede di formazione e consulenza, così come di coaching, se non altro come sfondo interpretativo cui ricorrere alla bisogna, e qualche volta anche come fonte di processi, modelli e altri marchingegni sviluppativi. In particolare:

 

  • Utilizzo in sede di analisi narrativa categorie psicoanalitiche quali mito fondatore, complesso, fantasma originario, allo scopo di imprimere un ulteriore sviluppo al processo.

 

  • Utilizzo testistica di derivazione junghiana  per effettuare valutazioni di persone e gruppi.

 

  • Utilizzo il “canovaccio” del viaggio dell’eroe e del percorso di individuazione (sempre di Jung si tratta, insieme a John Campbell) in sede di coaching.

 

  • Lavoro coi gruppi secondo linee di lavoro riconducibili a Bion.

 

  • Nel lavoro narrativo (vedi Narrazione e story telling) e nell’utilizzo dell’Intelligenza Empatico Sociale faccio ricorso alle nozioni di mito (e rito… ma questa è un’altra storia) e di divinità all’incirca così come appaiono in James Hillman – a questo proposito ho coniato i termini originali di “mito contingente” e “divinità influente” per indicare la narrazione attiva e il personaggio in essa implicato.

 

Infine, per quanto la psicoanalisi non sia proprio di moda, ci tengo a dichiarare che il suo impianto teorico ed epistemologico (in particolare attraverso la lettura di Bion e Lacan) sono a mio avviso tuttora in gran parte validi, se non altro per la loro capacità di proteggerci da ingenuità e paralogismi da una parte, per il loro orientamento a integrare parola e affetti dall’altro. Un altro autore che mi interessa molto è Zižek.